Bottega di san Giuseppe

Bottega di san Giuseppe 
1750-1751 
olio su tela, cm 97 x 55 
provenienza: Napoli, eredità Francesco De Mura (1782) inv. Spadetta 1782: s.n.; inv. Palumbo 1782: s.n.; inv. [Venuto 1783?]: s.n.; inv. Fischetti, Bardellino I 1783: 146; inv. Fischetti, Bardellino II 1783: 146; inv. Diana 1802: 190; inv. Simonetti 1851: s.n.; inv. 2009-2010: 61; scheda OA: 15/00409983 

È il bozzetto relativo allo spicchio di parete a fresco sulla destra del finestrone nella controfacciata della Nunziatella, la nuova chiesa dell’allora Noviziato dei Gesuiti a Pizzofalcone. La decorazione di questa parte è compresa nel secondo e più vasto intervento di De Mura, quando, tra il 1750 e l’anno seguente, si attese all’impresa della volta, culminante nell’Assunzione della Vergine, firmata e datata 1751, uno dei vertici della carriera del maestro e della pittura napoletana alla metà del secolo. Lo schema compositivo del soffitto riprende e insieme sveltisce quello, più ampio, dei Santi Severino e Sossio. 

Dalle consulte dei padri al Noviziato si sa che nel 1743 il nome di De Mura era già candidato a tale nuovo ingaggio, a distanza di dieci anni e più dall’affresco dell’abside, datato 1732, e che solo nel 1749 si raggiunse un accordo, con la disponibilità del pittore per la cifra di 1000 ducati. Inoltre è nota una polizza del settembre del 1750 ad acconto per la pittura da fare “nella volta della chiesa: cioè così nel quatro e nelli squarci della detta volta, come nelle due lunette alli lati di finestrone” (Rizzo 1989). Entro il maggio del 1751 il lavoro era finito, con pieno gradimento della committenza (cfr. la documentazione in Iappelli 1993; Russo 2017; Bisogno 2018, che ricorda anche il contributo di doratori e stuccatori). 

Un’accurata descrizione dell’interno, appena seguente ai lavori d’ornamento, è nelle aggiunte alla seconda edizione settecentesca della guida del Celano (1758-1759), mentre negli studi moderni l’avvio per l’analisi dell’intero ciclo spetta a Robert Enggass (1964), autore di uno dei pochi titoli monografici a disposizione di Raffaello Causa nel suo volume sul Pio Monte (cfr. poi Di Maggio 1987; Rizzo 1989; Di Maggio 1990; Di Maggio 1999; Roettgen 2007, con sontuose riproduzioni fotografiche di Luciano Pedicini). 

Al pendant nel frontespizio interno s’illustra un’altra scena della Sacra Famiglia, e cioè il Riposo nella fuga in Egitto, di cui al Pio Monte pure era pervenuto il bozzetto, poi acquistato nel 1907 dallo Stato italiano (Morelli 1910; Causa 1970) e oggi appartenente alle raccolte di Capodimonte, al pari del bozzetto con l’Assunzione per la volta (di cui un altro esemplare è nell’Art Gallery of Ontario a Toronto) e dei quattro con le Virtù – che sono, secondo l’Iconologia di Cesare Ripa, Divina Sapienza, Giustizia, Liberalità e Bontà – in grisaglia per gli angoli della stessa volta, nonché degli otto con Putti sempre monocromi per i lati delle finestre (serie, quest’ultima, già e primariamente riferibile al tamburo della cupola di San Giuseppe dei Ruffi a Napoli: cfr. cat. III.1.94-95; per i pezzi demuriani relativi al secondo operato nella Nunziatella e acquisiti a Capodimonte cfr. N. Spinosa in Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. Dipinti del XVIII secolo 2010; per il disegno di uno dei Putti si veda Enggass 1993). Oltre che da una serie di puttini in conchiglie e ovali, il complesso della volta è completato, tra le finestre, dalle allegorie della Fede e della Carità, di cui pure il Pio Monte possedeva i bozzetti (cfr. ad esempio gli inventari Spadetta e Fischetti, Bardellino), poi alienati (per la Fede è segnalata la vendita nel 1845: Gazzara 2008b). Inoltre si ricorda, per inciso, che De Mura operò con decorazioni murali anche nella sacrestia e in quella che è diventata la Sala Convegni Allievi della Scuola Militare Nunziatella (cfr. Di Maggio 1990). 

Tra i quadretti preparatori e i relativi affreschi in controfacciata (ben illustrati in Roettgen 2007) ci sono alcune piccole, sparse differenze. Ma soprattutto non sembra dubbio che i primi denotino una specifica tessitura pittorica, e prim’ancora un cuore poetico, in parte diluiti nella stesura finale, dove la traduzione in grande, gli effetti della diversa tecnica e l’intervento della bottega hanno ovviamente avuto il loro peso nel dare un risultato diverso e specifico. 

Rispetto all’opulenza dispiegata nel soffitto, con tutta la sua suprema orchestrazione retorica, per la controfacciata De Mura formulò due immagini ariose e accostevoli, in cui la semplicità di dettato è invero il frutto di un’attitudine consumata alla regia e al respiro dei colori. Secondo Costanza Lorenzetti (1938, la quale però forniva l’indicazione errata di “scene absidali”) vi “transita un afflato di umanità popolaresca che di tanto in tanto circola nell’opera di lui”. Ed effettivamente è in specie guardando alla nostra scena che si nota una certa qual venatura feriale nel tono e in taluni dettagli sull’uscio della bottega del falegname al lavoro, dove spicca il Gesù fanciullo intento a rassettare il pavimento con una scopa. Per Enggass (1964) questa interpretazione del soggetto “ha in sé un certo che di profano”, indizio di una modernizzazione dei tempi, cioè di un Settecento fattosi meno fervente in senso religioso e devozionale. 

Nella teletta in esame la gamma cromatica è schiarita, inclinando verso il tenue, e vi si evidenzia un impreziosimento d’intonazione atmosferica in sfumature violacee, grigio-azzurre e azzurro-rosacee. Come vide bene lo stesso Enggass (1964), il confronto col bozzetto dell’Adorazione dei Magi per l’abside della Nunziatella (cat. III.1.93), di vent’anni precedente, resta il miglior banco di prova per saggiare l’alleggerimento dei timbri chiaroscurali, dell’incisione dei contorni e del modellato dei volumi, guadagnato dal maestro nella piena maturità. Un confronto, questo, immediatamente esperibile, tra i tanti, nella quadreria del Pio Monte. 

Da segnalare, infine, che il nostro bozzetto è alla base pure del dipinto, firmato da De Mura, raffigurante lo stesso soggetto (sebbene con varianti, in particolare per la figura di Gesù) nella chiesa dell’Addolorata a Foggia (comunicazione orale di Christian de Letteriis, che si ringrazia). [Augusto Russo] 

Bibliografia*
Celano 1758-1759, V (1759), pp. 145- 147; Morelli 1910; Ceci 1933c, pp. 14, 20; Lorenzetti 1938, p. 190; Enggass 1964, pp. 144-145, fig. 24; Causa 1970, p. 110, n. 103, fig. 32; Leonetti Rodinò 1975, p. 17, n. 14; N. Spinosa in Pittura sacra a Napoli nel ’700 1979-1980, II (1980), p. 106, n. 58; Spinosa 1986, p. 161, n. 260; Di Maggio 1987; Rizzo 1989, passim, e p. 41 doc. 58; Di Maggio 1990;  Il Pio Monte della Misericordia 1991, p. n.n. (ma 18); Enggass 1993; Iappelli 1993; Capobianco 1997, p. 67; Di Maggio 1999; Guida rapida 2003, p. 20; Spinosa 2003b, p. 209; Roettgen 2007, pp. 364-377, e figg. 176-177; Gazzara 2008a, p. 175; Gazzara 2008b, p. 227, 231;  Spinosa 2009, p. 39; N. Spinosa in Museo e Gallerie Nazionali di Capodimonte. Dipinti del XVIII secolo 2010, pp. 56-58, nn. 52-55; Leonetti Rodinò 2012, pp. 52, 90; Russo 2017, pp. 219, 230-231; Bisogno 2018, pp. 74-76, 123-124; Lofano 2019, p. 198.  

Atti e documenti*
inv. Spadetta 1782, c. 13v (Appendice II, 303, s.n.); inv. Palumbo 1782, cc. 14r-v (Appendice II, 304, s.n.); inv. [Venuto 1783?], c. 6r (Appendice II, 305, s.n.); inv. Fischetti, Bardellino I 1783, c. 9r (Appendice II, 307, n. 146); inv. Fischetti, Bardellino II 1783, c. 5v (Appendice II, 308, n. 146); inv. Diana 1802, c. 15v (Appendice II, 309, n. 190); inv. Simonetti 1851, c. 4r (Appendice II, 314, s.n.); Quadri rimasti invenduti 1884, c. 3r (Appendice II, 315, n. 190); Elenco de’ quadri 1905, n. 131, p. n.n. (ma 10); catalogazione 1925, n. 26; catalogazione post 1933, n. 44. 

Restauri*
Piezzo 2006.

Scheda tratta da: P. D’Alconzo, L.P. Rocco di Torrepadula (a cura di), Pio Monte della Misericordia. Il patrimonio storico e artistico, Napoli, Arte’m, 2020, vol. II, cat. n. III.1.114, pp. 482-483 (consultabile online alla pagina https://www.francescodemura.unina.it/le-schede-delle-opere/bottega-di-san-giuseppe/).

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*I rinvii alla bibliografia, ai documenti e ai restauri possono essere sciolti consultando le relative sezioni in P. D’Alconzo, L.P. Rocco di Torrepadula (a cura di), Pio Monte della Misericordia. Il patrimonio storico e artistico, Napoli, Arte’m, 2020.