Ritratto di suor Maria Giovannella francescana
terzo quarto del XVIII secolo
olio su tela, cm 78 x 63
provenienza: Napoli, eredità Francesco De Mura (1782) inv. Spadetta 1782: s.n.; inv. Palumbo 1782: s.n.; inv. [Venuto 1783?]: s.n.; inv. Fischetti, Bardellino I 1783: 151; inv. Fischetti, Bardellino II 1783: 151; inv. Diana 1802: 123; inv. 2009-2010: 128; scheda OA: 15/00410017
Raffaello Causa (1970) diede a questo quadro, ultimo numero (non illustrato) del suo catalogo demuriano al Pio Monte, il titolo di Santa Chiara che adora il Crocifisso, e non vi escluse l’autografia del maestro, sia pur decisamente tarda, rilevandone “debole il segno, incerta la pennellata ma ancora abbastanza fine la intonazione cromatica”. Nondimeno lo studioso avvertiva come nessun’opera con tale soggetto figurasse negli inventari relativi al lascito di De Mura, né, possiamo ora aggiungere, nei successivi inventari ottocenteschi (gli unici nessi con la santa d’Assisi sono complessivamente quelli dei bozzetti dei grandi dipinti del pittore che prima del 1943 ornavano l’omonima basilica napoletana). Dunque si sospettava per il pezzo una provenienza diversa dall’eredità dell’artista (cfr. pure Leonetti Rodinò 2016; prima che nel presente catalogo una piccola riproduzione del quadro è solo in Il Pio Monte della Misericordia 1991, accompagnata dal testo di Causa 1970).
Prodotto devoto e da camera, l’effigie mostra modi schiariti nella tavolozza e inteneriti negli impasti, con trapassi morbidi, ed è certamente un’opera assai tarda del pittore, che con ogni probabilità la realizzò per proprio sentimento. Tra le opere di De Mura pubblicate negli ultimi anni, un confronto per tipologia può essere istituito, ad esempio, con la Santa Teresa d’Avila a San Giuseppe dei Nudi a Napoli (quadro di dimensioni pressoché uguali: cfr. R. Lattuada in Il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe 2017). Ma è sul riconoscimento storico del nostro personaggio, dinanzi al teschio e al crocifisso (fine brano, quest’ultimo), che andrà ad appuntarsi soprattutto l’attenzione. La più che probabile, se non certa, individuazione della figura si deve a un’acuta, recente segnalazione di Vincenzo Rizzo (2018), il quale ha riconosciuto in essa l’immagine della suora francescana Maria Giovannella, non senza tuttavia eccedere, forse, nell’esaltazione della qualità e dell’afflato dell’opera. Questo riconoscimento si è reso possibile grazie allo studio degli inventari dei quadri di De Mura custoditi nell’archivio storico del Pio Monte: studio che può essere qui circostanziato come segue.
La tela è contrassegnata – come registrò lo stesso Causa – col numero 123 (le cui cifre risultano parzialmente nascoste dall’attuale cornice, presso l’angolo in alto a destra), numero pertinente all’inventario Diana del 1802 e corrispondente a “un quadro di palmi 3 per 2, senza cornice, che rappresenta Santa Margherita da Cortona, del sudetto autore [De Mura]”. Se non che esiste un’altra candidatura, ben meritevole d’essere presa in considerazione: e si allude, per l’appunto, al “Ritratto d’una serva di Dio francescana” citato nell’inventario Spadetta (1782), e precisato di lì a breve, nell’inventario Palumbo (1782), come “Ritratto della serva di Dio suor Maria Giovannella francescana”. Esso compare poi nei due inventari di Fischetti e Bardellino (1783; in Ceci 1933c e in Gazzara 2008a si dà per scontato che tale ritratto non sia più presente nella raccolta demuriana al Pio Monte). Dopodiché se ne perde traccia nelle carte. I palmi indicati corrispondono, intanto, alle misure del nostro dipinto. Altresì non è da sottovalutare la precisazione che si tratti di un ritratto: e il viso dell’effigiata non è affatto estraneo a un tentativo di restituzione di lineamenti individuali, con una discreta accentuazione dell’aspetto senile e compunto. Non si sa pressoché nulla, o meglio le notizie non sono correnti, su tal suor Giovannella, né sulla sua esperienza religiosa, ma parrebbe lecito accreditarle una certa popolarità, un certo carisma, nella devozione del tempo, tali da renderla riconoscibile ai compilatori degli inventari demuriani, e segnatamente al pittore Francesco Palumbo, di solito ben informato sui lavori del maestro. [Augusto Russo]
Bibliografia*
Ceci 1933c, p. 14; Causa 1970, pp. 64, 117, n. 135; Leonetti Rodinò 1975, p. 23, n. 87; Rizzo 1980, pp. 40-41; Il Pio Monte della Misericordia 1991, p. n.n. (ma 23); Gazzara 2008a, p. 176; Leonetti Rodinò 2016, p. 72; R. Lattuada in Il Real Monte e Arciconfraternita di San Giuseppe 2017, pp. 126-127; Rizzo 2018, pp. 94-95; Lofano 2019, p. 198.
Atti e documenti*
inv. Spadetta 1782, c. 14r (Appendice II, 303, s.n.); inv. Palumbo 1782, c. 15r (Appendice II, 304, s.n.); inv. [Venuto 1783?], c. 4r (Appendice II, 305, s.n.); inv. Fischetti, Bardellino I 1783, c. 9v (Appendice II, 307, n. 151); inv. Fischetti, Bardellino II 1783, c. 5v (Appendice II, 308, n. 151); inv. Diana 1802, c. 10v (Appendice II, 309, n. 123); Quadri rimasti invenduti 1884, c. 2v (Appendice II, 315, n. 123); catalogazione post 1933, n. 30.
Restauri*
Arciprete 2006.
Scheda tratta da: P. D’Alconzo, L.P. Rocco di Torrepadula (a cura di), Pio Monte della Misericordia. Il patrimonio storico e artistico, Napoli, Arte’m, 2020, vol. II, cat. n. III.1.127, pp. 509-510 (consultabile online alla pagina https://www.francescodemura.unina.it/le-schede-delle-opere/ritratto-di-suor-maria-giovannella-francescana/).
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*I rinvii alla bibliografia, ai documenti e ai restauri possono essere sciolti consultando le relative sezioni in P. D’Alconzo, L.P. Rocco di Torrepadula (a cura di), Pio Monte della Misericordia. Il patrimonio storico e artistico, Napoli, Arte’m, 2020.