Cosa sono le indagini multispettrali

INDAGINI DIAGNOSTICHE MULTISPETTRALI: IN COSA CONSISTONO?

Le indagini diagnostiche multispettrali vengono definite non invasive perché non comportano prelievi di materia e, rispettando l’integrità dell’opera, sono in grado di offrire informazioni circa i materiali costitutivi e i processi compositivi delle opere esaminate

Con il nome di imaging multispettrale ci si riferisce a un insieme di tecniche grazie alle quali, attraverso lo studio del comportamento spettrale dei pigmenti o dei leganti a differenti lunghezze d’onda dello spettro elettromagnetico, è possibile indagare i vari strati che compongono la superficie di un manufatto artistico. Tali tecniche possono fornire informazioni sia sullo stato di conservazione dell’opera e che sulle sue modalità di esecuzione.

MACROFOTOGRAFIE E FOTOGRAFIE IN LUCE RADENTE

Grazie all’uso della luce radente (tangenziale alla superficie del quadro), queste indagini documentano le caratteristiche superficiali di un dipinto, evidenziando aspetti iconografici, stilistici e tecnico-esecutivi: l’andamento e la densità della pennellata, la stratificazione delle campiture, il tono della preparazione, la crettatura (microfratture tipiche dei dipinti antichi, sulla cui superficie formano una sorta di reticolo).

FOTOGRAFIA DELLA FLUORESCENZA INDOTTA DA LUCE ULTRAVIOLETTA (UV)

Alcuni materiali, se “eccitati” dalle radiazioni ultraviolette (UV), reagiscono emettendo una fluorescenza che con attrezzatura adeguata può essere registrata. I materiali della pittura, sia i pigmenti che i leganti, rispondono diversamente alle radiazioni ultraviolette, a seconda della loro composizione e del loro grado di invecchiamento. Così, osservando le differenze di tono e di intensità della fluorescenza, è possibile evidenziare, ad esempio, il grado di ossidazione delle vernici superficiali, oppure la presenza di ridipinture e di restauri, o infine individuare alcuni coloranti di natura organica, quali le lacche.

INDAGINI ALL'INFRAROSSO (IR)

Queste indagini utilizzano le radiazioni non visibili, che nello spettro elettromagnetico si estendono oltre la regione del rosso.

Alcuni dei materiali solitamente impiegati in pittura vengono attraversati dall’IR e risultano così trasparenti: in questo modo è possibile visualizzare il disegno al di sotto della pellicola pittorica, oppure i cosiddetti “pentimenti” (modifiche apportate dal pittore in corso d’opera), o gli aspetti relativi alla struttura dell’immagine e del chiaroscuro, quali la sovrapposizione di campiture o la costruzione per velature.

ANALISI DELLA FLUORESCENZA DEI RAGGI X (XRF)

Sfruttando la fluorescenza dei raggi X è possibile conoscere, punto per punto, gli elementi chimici presenti in un dipinto, senza che sia necessario eseguire dei prelievi, e dunque senza intaccare la superficie pittorica. Queste indagini rilevano e analizzano i raggi X di fluorescenza emessi dai diversi atomi, opportunamente eccitati. Gli elementi chimici così individuati, messi a confronto con il colore della stesura pittorica, si possono pertanto riferire ai differenti pigmenti: ad esempio, in una stesura di colore rosso, l’individuazione dell’elemento chimico Mercurio (Hg) indicherà l’impiego del Cinabro, un pigmento minerale che contiene un’alta percentuale di mercurio.

Con la l’analisi della Fluorescenza dei Raggi X, sinteticamente denominata Analisi XRF, è dunque possibile identificare gran parte dei pigmenti impiegati in pittura.